CARMEN ADRIANI

Oggi parliamo di: Carmen Adriani

Il testo riflette su diverse interpretazioni della parola "viaggio". Non fornisce definizioni oggettive, ma esplora le molteplici sfaccettature del concetto. L'autore discute l'etimologia della parola, collegandola a concetti come "via" e "viaticum". Si escludono i viaggi legati al lavoro, al commercio o al turismo, focalizzandosi invece sul viaggio come scelta di vita, volontaria o obbligata, che si modifica in base a luoghi, soggetti, finalità e contesti storici e sociali.

Il testo menziona personaggi come Marco Polo e Cristoforo Colombo, evidenziando le diverse concezioni di viaggio nel Medioevo e durante la Modernità. Si sottolinea l'assenza di mappe nel viaggio di Marco Polo e l'idea che nel Medioevo lo spazio fosse percepito come luoghi posti in sequenza, non come estensione misurabile.

Colombo rappresenta un cambio di paradigma con la sua idea di spazio misurabile, basata su mappe che precedono la realtà cercata. Questo concetto contrappone il viaggio di Colombo a quello di Marco Polo.

Il testo si sofferma anche su concetti come "viaggio erratico", "viaggio a piedi" e "viaggio in Italia", sottolineando la diversità di esperienze e approcci al viaggio. Si menzionano anche viaggi interiori, come quelli vissuti nella solitudine di eremi o capanne, indicando il viaggio come strumento e metafora di una catarsi.

Infine, il testo tocca il tema del ritorno, evidenziando la circolarità nella visione classica del viaggio e contrastandola con il ritorno senza ritorno nelle migrazioni contemporanee. Si citano opere letterarie e culturali che riflettono su diverse forme di viaggio, enfatizzando l'importanza della paura e della tragedia nel valore del viaggio.

A cura di MS e Sandro Martucci


 

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