Parte Ottava: “Architettura e Modernità”
Nella storia dell'architettura, lo strumento è sempre
stato elemento fondamentale di rapporto con la materia della costruzione. La
prospettiva è una concezione scientifica dello spazio che si invera
nell’architettura dell’Umanesimo. L'architettura ha le potenzialità di
fare del tempo spazio e dello spazio tempo. Sviluppare la forza
dell'immaginazione creativa e sondare le crisi che la nostra architettura può
affrontare, da quelle spaventose e mondiali a quelle più domestiche e
minuscole, è sfida necessaria della modernità.
La consapevolezza di questa sfida complessa, superati gli entusiasmi per i
puri balzi tecnologici garantiti dalle innova-zoni elettroniche, è il
viatico più importante per l'architettura che si avvia al secondo decennio del
Duemila. Prima di affrontare ed a comenti più pertinenti all'architettura
di questa fase, e temi vedere i come si evolve in maniera diversa dopo il
2001 uno dei temi che più hanno caratterizzato la ricerca architettonica degli
anni novanta del Novecento. Un paesaggio artificiale-naturale in continua
mutazione lungo l'andamento della copertura dell'edificio ospita infatti il
nuovo parco-passeggiata e fa quasi dimenticare la complessa macchina d'uso
sottostante. Queste infrastrutture invece di essere oggetti sul suolo
pensati con le regole dell'ingegneria dei trasporti, si ibridano con
l'idea di paesaggio e con la possibilità di generare una nuova architettura
attraverso fitte reti che rammagliano continuamente edificio e ambiente
mutuando le figurazioni dell'uno su quelle dell'altro.
L'edificio si cala fra i tre corpi principali della produzione ed è
letteralmente traversato dai grandi binaria delle catene di montaggio. La
nuova sede BMW misura quindi con precisione le modifiche del mondo
contemporaneo rispetto a quello del passato proprio confrontandosi con uno dei
miti e dei luoghi sacri del precedente paradigma, a fabbrica di automobili. Un
esempio suggestivo di questa nuova direzione di ricerca è il progetto di
concorso per l'area del World Trade Center a New York in cui erano edificate le
torri gemelle abbattute l'ut settembre 2001. Barcellona rimane un fulcro
avanzato della sperimentazione sul architettura contemporanea.
Lo schermo diventa portatore di una nuova Weltanschauung e il bit colorato con
il suo costante refresh, una sorta di nuovo ambiente nativo. Da una
parte lo schermo è senz'altro superficie bidimensionale, dall'altro canto
esso è, come era nel passato il telaio prospettico, anche elemento
portatore di "profondità". L'opera si caratterizza
immediatamente per la presenza di una grande copertura ondulata che unifica le
diverse funzioni coprendo l'intera superficie di una piazza rettangolare
delimitata dai blocchi edilizi che la circondano. La copertura ondulata ha
altezze e andamenti variabili, come se si trattasse di un grande tappeto
che, per stare in piedi, deve piegare la superficie continua in volte
di diverso andamento.
Con questo principio di irrigidimento attraverso una geometria variabile
funziona la nuova copertura che raggruppa in un unico gesto le funzioni del
mercato sottostante con i nuovi stand per La vendita, i parcheggi
interrati, una centrale di raccolta dei rifiuti urbani, la
ricollocazione dei resti archeologici del convento preesistente e alcuni
appartamenti. Il grande tappeto-copertura, tra l'altro pratica-bile, è
visto dalle finestre di tutti gli edifici che circondano la piazza. Ed è
proprio da questo angolo visuale che si deve leggere la digitalizzazione o, usando
un termine tradizionale, tassellizzazione della superficie. Esattamente
come un grande schermo ondulato, il tappeto-copertura trasmette energia a
tutto il quartiere.
In questo caso non è "un vero" schermo, ne evoca soltanto la
presenza, ma non mancherà molto che il tappeto copertura potrà essere
effettivamente uno schermo visto che la tecnologia degli schermi flessibili tra
brevissimo sarà pronta per un uso di massa. La prima è costituita da una
struttura a telaio che segue la superficie del volume e che è anche appunto un
immaginario schermo. Il mondo della digitalizzazione, come è giusto
aspettarsi da un pioniere come Nouvel non è solo in superficie. I pannelli
frangisole si possono muovere grazie a sensori termici ottimizzando la
schermatura dell'edificio mentre migliaia di led luminosi determinano una
sempre cangiante illuminazione notturna.
Naturalmente una serie di altri accorgimenti nel futuro potrebbe sviluppare
ancora di più l'intelligenza ambientale dell'edificio. L'aspetto
straordinario dell'edificio è che i temi architettonici e urbani ben noti nel
lavoro di OMA si combinano all'interesse verso un'espressione della
digitalizzazione, che in questo caso si esplica in una vera e propria
implementazione elettronica . La stratificazione dei piani non è
continua e levigata - come la grande tradizione modernista aveva insegnato e
praticato - ma discontinua e gioca su aggetti e disassamenti dei pannelli
vetrati come se una pelle di scaglie La notte l'edificio diventa ancora più
espressivo perché alla forte immagine architettonica, si sovrappone un
utilizzo innovativo della tecnologia. Le luci non vengono proiettate
sull'edificio come avviene spesso, ma sono "emesse" nello
spessore sollevato di un pannello rispetto all'altro.
Come si vede il gioco della superficie, la digitalizzazione o lo schermo
qui acquistano una ben evidente "profondità" di significato. Non
è un caso che proprio a Seoul vi è un importante museo di Jean Nou-vel e un
edificio commerciale di UN Studio , un gruppo di architetti di cui si
occuperà il prossimo capitolo.
Diagrammi abitati
Il diagramma prefigura una serie di relazioni tra le parti che sono
"topologica" e/o "parametrica" . Tornando allo
sviluppo di un progetto di architettura, si tratta della creazione di
alcune relazioni che devono caratterizzare l'esito finale, queste
relazioni costituiscono una sorta di codice DNA generatore e regolatore dello
sviluppo del progetto. UN Studio è forse il gruppo di progettazione che è
contemporaneamente più affermato sia nel fronte per così dire
"tradizionale" dell'architettura sia in quello della ricerca digitale. Significativo
a proposito il loro edificio commerciale Galleria Hall West a Seoul, che
abbiamo già ricordato e che appartiene alla schiera di edifici reagenti
all'ambiente e interattivi .
Il grande studio di Norman Foster associati, attraverso unità di progetto
e ricerca specificatamente dedicate alla modellazione e parametrizzazione , è
all'avanguardia in questo settore di sviluppo e controllo progettuale
rigidamente matematico dell'architettura e quindi nell'organizzare
coerentemente calcolo, produzione e cantiere. Realizzato un plastico
soddisfacente si può digitalizzarlo e realizzare un modello, questa volta
elettronico, che sarà la base di migliaia di altre verifiche e modifiche. Il
modello elettronico diventa in quest'accezione uno strumento per studiare, verificare, simulare
e costruire. Vi sono naturalmente radicali modifiche di concezione.
I sistema era in quel caso sommatorio, meccanico, assoluto.
Architettura infrastruttura
Oggi, a differenza dell'approccio modernista, che isolava e sollevava
le infrastrutture dal terreno , le infrastrutture vivono per intero
la dimensione paesaggistica dell'architettura contemporanea. In questo
contesto il lavoro per la stazione della metropolitana di Lidabashi a Tokyo di
Watanabe è assolutamente esemplificativo per comprendere le linee di impatto
reale nella città contemporanea di un'architettura nata dentro il paradigma
digitale e il programma infrastrutturale. La ramificazione delle strutture
generate dal programma è naturalmente soggetta a una serie di elementi
perturbativi quanto strutturalmente. Bisogna guardare "dentro" i
modelli matematici, mobili, interconnessi, parametrici che
abbiamo nel computer per portarli "fuori" e farli diventare cosa
concreta in una nuova generazione d'architettura.
Fluidità e nuove connessioni
È il tema che si pongono alcuni architetti come Marcos Novak che ragiona
proprio su questa nuova nozione. Se con Copernico abbiamo compreso che non
è affatto la terra il centro dell'universo, anche se guardando le cose
sembrerebbe proprio così, bisogna anche comprendere che non sono affatto
le tre dimensioni che caratterizzano gli esseri umani il centro
dell'architettura. Non soltanto si può modificare interattivamente una
serie di meccanismi legati direttamente all'elettronica , ma anche i
materiali stessi possono muovi man delle microfibre nei rivestimenti, nel
vero, addirittura nei nuovi marmi e cambiare nella grana, nella
porosità, nella capacità di assorbimento del suono o del colore. L’architettura
insomma può reagire, ma può anche inter-reagire e cioè adattarsi al mutare
dei desideri degli utenti attraverso scenari percorribili come se fossero un
ipertesto.
Ormai si comincia a lavorare anche su un'interattività emotiva, perché, attraverso
uso di sensori, non è solo il dato fisico che interagisce l'architettura, ma
anche alcune caratteristiche dello stato psicologico e della percezione delle
persone.
Toyo Ito
Già nel 1986 a Yokohama, aveva costruito un'opera che aveva indicato
alcuni concetti nuovi per l'architettura. Il corpo luminoso che emerge dal
suolo fornisce una prova tangibile di cosa voglia dire dare vita in
architettura alle interconnessioni dinamiche del mondo dell'elettronica. Che
non è ovviamente di natura puramente tecnologica o operativa, ma
prettamente e squisitamente di natura estetica. L'altra architettura in
cui l'acqua è un tema rilevante è l'Opera House a Taichung nell'isola di Taiwan, oggi
in costruzione.
L'edificio rompe tutte le convenzioni precedenti di architettura e si propone
come un vero e proprio nuovo paradigma per l'architettura a venire. A
Yverdon-les-Bains l'edificio non è mai uguale a sé stesso. Attraverso un
complesso sistema di sensori l'edificio muta costantemente al variare di alcuni
parametri delle situazioni esterne. La nuvola entra in costante mutazione
con l'edificio, lo cambia facendo emergere ora una prua, ora una
terrazza, ora un ponte, ora nulla.
L'idea stessa di edificio come entità statica, chiusa, autonoma, non
reattiva è qui eliminato. L'edificio diventa un elemento di mediazione che
attraverso la sua intelligenza software decide quale input adoperare e quale
output adoperare. Con questa opera non rimangono dubbi che una nuova
alleanza tra architettura e natura è segnata. Tettonico con quello delle
installazioni d'arte e con le scienze meteorologiche e ambientali e che crea
nuove condizioni ibride tra architettura, ambiente ed elettronica.
In questi casi l'architettura rimane ancora una "rappresentazione" di
azioni morfologiche, anche se di origine naturale vegetale. Il
progetto Plug, un edificio alto a Parigi, commissionato dalla società
elettrica francese, in grado di "reagire" alle energie
rinnovabili . L'architettura risulta così contemporaneamente
consumatrice e produttrice di energia, che, in esubero, si
reinietta in rete. Plug apre anche una condizione di ricerca verso
un'architettura e un'urbanistica non più legate alle reti fisse di
distribuzione , ma potenzialmente composte da elementi liberi e
autosufficienti, un-plugged, appunto .
Sembrano visioni utopiche, ma in realtà con gli impressionanti sviluppi
tecnologici degli ultimi anni e con l'arrivo su scala commerciale delle
nanotecnologie, queste ipotesi troveranno sempre più spazio e cominciano a
influenzate anche il modo in cui l'architettura è insegnata. Il futuro
delle aree metropolitane si gioca soprattutto nei rapporti che urbanistica e
architettura saranno in grado di intessere organicamente con la scienza. Naturalmente
esistono alcuni pionieri A gesto pensiero come Gregory Bateson, citato in
apertura, JokicAllen il creatore di BioSpee e nel campo dell’architettura
Richard Buckminster Fule, Paodo Solen, John Johansen, che sono
stati tra i primi a percorrere la strada della riflessione attraverso la quale
arte, architettura, urbanistica, ingegneria, antropologia e
scienze possono instaurare un nuovo equilibrio tra natura e città. La
concezione di dominio della natura, tipica del modello industriale di
sviluppo, l'uso indiscriminato delle risorse a questa collegata, sono
State progressivamente modificate dalla ricerca di un rapporto interrelato e
sostenibile, di mutua integrazione tra natura e uomo, e quindi tra
sistemi urbani, architettonici e ambiente.
In zone spesso costruite a densità altissime, oppure in aree fortemente
industrializzate, ma ora dismesse e rese disponibili, si può
iniettare vegetazione, natura, attrezzature per il tempo libero, progetti
urbani integrati e multifunzionali che facciano tesoro di sistemi tecnologici
che utilizzino le nuove scoperte delle scienze ambientali, restaurando, pulendo, disinquinando
la città. Due immagini che provengono da un edificio simbolo di questi
anni possono servire.
Re-inizi
Per finire voglio tornare ad un caso quasi primitivo di un'architettura in un
certo senso senza tempo e senza spazio, un'architettura che è come
"incantata" in una condizione che non rincorre le vicende della vita
e dei tempi, ma ne coglie l'essenza come speranza di liberazione, come
risposta alle crisi, Parlo dell'esperienza del Rural studio e del suo
creatore, il professore e architetto Samuel Mockbee, originario del
Missouri. Il lavoro nelle crisi del mondo e della società insieme alla
profonda interrogazione sugli strumenti nuovi che si affaccia alla storia
dell'umanità esaltano la forza dell'architettura e ne direzionano il senso.
Commenti
Posta un commento